Pannolini lavabili, abbigliamento biologico per bambini, fasce per portare neonati

Racconti di mamme

 
Vi propongo qui l’esperienza appassionata e convinta di una mamma alle prese con l’educazione precoce al vasino, con la speranza che possa essere di stimolo per altri genitori, desiderosi di sperimentare anche questo aspetto della comunicazione col proprio figlio.

Sono una mamma con esperienza di pannolini lavabili (che a mio tempo avevo importato dall’Inghilterra…) e di Elimination Communication. Tutto riuscitissimo.

L’argomento mi sta a cuore: i pannolini prefold con mutandina impermeabile del mio Giovanni sono ordinatamente riposti in scatola in attesa del prossimo bebè… Li ho offerti in prestito ogni volta che ne ho avuto occasione, ma non ho trovato mamme abbastanza “audaci” da provarci. Eppure, a casa nostra semplicemente non c’è mai stato l’odore di pipì fermentata nella plastica che in tutte le altre case segnala la presenza di un bimbo 0/3, e tutto il nostro sforzo (condiviso dal papà), è consistito in una macchinata in più in lavatrice ogni 3 giorni.

Abbiamo messo i pannolini lavabili a Giovanni il giorno dopo essere tornati a casa con lui, appena adottato: aveva 7 mesi! A 9 mesi abbiamo cominciato a proporgli l’EC, lasciandolo spesso scoperto perchè vedesse e collegasse gli stimoli che sentiva con i suoi “prodotti”. Gli ho anche proposto vari modi di comunicarmi i suoi bisogni, finchè lui ha trovato il suo: non sapeva ancora parlare… mi faceva “pss!”. L’ho osservato molto, gli ho parlato come sempre troppo, ho raccolto tante pozzanghere, spesso ho perso la pazienza ed ho detto “noooo…!”. Qualche volta, lui mi chiamava per dirmi “mama, nooo”, e poi la mollava, come a dire che non aveva fatto in tempo a dirmelo prima… Potevo arrabbiarmi?

Il mio bimbo non ha avuto alcuna infezione; gli abbiamo dovuto mettere l’usa e getta di notte perchè, essendo un bimbo che dormiva tranquillamente 12 ore, al mattino era esageratamente bagnato e si irritava. Me ne hanno dette di tutti i colori, persino che non dovevo cambiarlo subito appena capivo che aveva fatto i suoi bisogni, perchè altrimenti non avrebbe imparato a sopportare il bagnato ed avrebbe fatto i capricci (!!!). Invece, siccome ha capito subito che gli dava fastidio, non ho fatto fatica ad abituarlo a segnalarmi quando gli scappava, così a 10 mesi faceva la cacca nel vasino, e a 16, se accompagnato ogni tanto in bagno, poteva stare tutto il giorno senza pannolino. E’ entrato al nido proprio a quell’età, e, grazie alla disponibilità alla condivisione dell'”esperimento” con le educatrici, non l’ha più rimesso neanche per il riposino pomeridiano. Gli ho messo il lavabile di notte più che altro come precauzione e per tenergli il pancino al caldo, visto che faceva pipì a letto solo quando non glielo mettevo. Questo fino ai 24 mesi, poi… libertà completa!

Non è vero che non si può uscire, se si fa questa scelta. Noi abbiamo viaggiato tanto: mare, montagna, week-end fuori porta, bici, campeggio, nord Europa anche con la neve… Dove avevamo la lavatrice, usavamo i lavabili; durante le passeggiate e i viaggi in treno o in aereo andavamo a chiedere la toilette, magari mettendo il pannolino che non si slaccia ma si abbassa come le mutandine, così non avevamo bisogno del fasciatoio. Purtroppo quel modello era “usa e getta”, ma tanto tornava quasi sempre a casa asciutto e si poteva usare ancora per un’altra escursione.

Non è vero neanche che, se non puoi sempre tenerlo senza pannolino, poi il bimbo si riabitua a farsela addosso: basta spiegargli che cosa succede, che ora dobbiamo metterglielo perchè non avremo un gabinetto a disposizione per molto tempo, quindi non fa niente se la fa nel pannolino, non ci sono alternative. Ovviamente bisogna essere coerenti e ricordarsi di avvisarlo quando possiamo toglierglielo, invitandolo a dirci quando ha bisogno del bagno. Certo che non è il caso di essere “talebani”: mio figlio, che è uno di quelli che ci mettono un po’ a “scaldarsi”, strillava come un’aquila se lo portavo in bagno appena sveglio, quindi pazienza, anche se si svegliava asciutto dovevo lasciare che si bagnasse…

Devo dire, però, che mi sono sempre occupata io di lui, restando a casa in maternità. Le nonne, che l’hanno tenuto occasionalmente per qualche ora, hanno rispettato la nostra scelta e l’hanno cambiato con i lavabili che portavo. Mi ero fatta cucire da loro dei sacchetti di stoffa impermeabile per portare a casa i pannolini bagnati, e avevo portato vasini in tutte le case che potevano ospitarlo, anche in campeggio!

Diverse persone erano perplesse perchè portavo spesso Giovanni a far pipì e lo lasciavo nudo al mare, ma io ero più perplessa a vedere i loro figli gattonare in spiaggia in un pannolone pieno di pipì e sabbia, con quel caldo, per non parlare degli effluvi di pupù+plastica, con cui molti genitori affliggono i figli e chi gli sta intorno, come se fosse un tributo inevitabile alla prima infanzia… Io penso di aver imparato a capire meglio le sue necessità, e lui a comunicarmele, grazie a quest’approccio che non vuole tappare e nascondere, ma educare mamma e figlio a conoscersi.

Daniela

Cosa ne pensate? Volete condividere la vostra esperienza?
 
Scopri di più sui pannolini lavabili.

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